Verso Le parole del re

Questa storia, una storia piccola nata all’interno di una tragedia immensamente più grande, somiglia molto a una fiaba. E come tutte le fiabe può cominciare davvero così: c’era una volta…

un re divenuto re per caso e suo malgrado in uno dei momenti più difficili per l’Europa intera, gli anni Trenta. Il periodo, ricordiamo, in cui la Germania di Hitler affilava le armi per dare inizio alla guerra più terribile che il mondo avesse mai conosciuto. Ebbene, il nostro re per caso era un uomo malinconico e introverso, affetto da una terribile balbuzie che lo rendeva fragile e insicuro. Ma un destino beffardo o forse lungimirante gli aveva posto una corona sul capo: la pesantissima corona del Regno Unito. Possibile? Un balbuziente a capo del più grande impero del mondo? In quegli anni terribili? Come poteva guidare, incoraggiare e rassicurare un popolo spaventato e disorientato di fronte alla crescente minaccia nazista? Ma ecco che improvvisamente la sua storia si intreccia con quella di uno strano personaggio voluto e cercato dalla regina. Dal loro incontro nasce una storia di profonda amicizia e fiducia reciproca con cui combatteranno il dolore che divorava le loro anime e le difficoltá di un periodo storico cosí pesante. Tutto sotto gli occhi incantati di due bambini che molto tempo dopo vollero raccontare la loro storia che ha la tenerezza di una fiaba. 


VIOLET COOPER

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Violet Cooper, nella nostra storia capo redattrice del Time Magazine.
Sarà lei la destinataria delle preziose confidenze della regina Elisabetta. Incredula e onorata ascolterà la sovrana raccontare di suo padre Albert, dell'affetto che li legava profondamente e di come affrontò con coraggio il ruolo assegnatogli. Le tenere relazioni familiari e una sincera amicizia gli permisero di superare le sue difficoltà. 
Sarà sempre Violet a voler intervistare, come a completamento di un'opera, il figlio del Dottor Logue. 
Mai avrebbe pensato di intervistare due persone così diverse fra loro ma entrambi figli di padri coraggiosi e tenaci che sapranno aiutare il.loro paese in un momento storico così difficile. 
Questa doppia intervista sarà per Violet un'occasione di riflessione anche su se stessa, come figlia e come madre...

IL DUCA DI WINDSOR

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Edoardo, duca di Windsor e primogenito di Re Giorgio V. Fu re per pochi mesi.
 "Quando morirò si rovinerà in 12 mesi" pare che Giorgio V avesse detto al primo ministro Stanley Baldwin. In effetti il regno di Edoardo VIII durò ancora meno: dalla morte del padre il 20 gennaio 1936 all' 11 dicembre 1936 quando cedette la Corona a suo fratello re Giorgio VI.
Nel suo ultimo comunicato alla nazione disse " Ho portato a termine i miei ultimi doveri come re e imperatore. Dovete credermi se vi dico che ho trovato impossibile farmi carico delle responsabilità e dei doveri di sovrano come avrei voluto, senza l'aiuto e il sostegno della donna che amo".
L'amore per Wallis Simpon, la pluridivorziata americana,  fu più forte dei suoi doveri verso la corona: scelse così l'amore è non se ne pentì mai.

GIORGIO V

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Re di Gran Bretagna di Irlanda dei Dominion Britannici d'oltremare e Imperatore d'India.
Regnò per 26 anni (dal 1910 al 1936)
Fu il sovrano che sostenne il popolo britannico del corso della Prima Guerra Mondiale riuscendo a mantenere alto il morale del suo popolo. Ebbe il valore di star vicino ai suoi uomini, ai militari e fu addirittura capace di visitare personalmente le navi per dare ausilio e conforto a tutti. Re molto amato dal.suo popolo che gli riconobbe grandi qualità politiche. 
Per contro in famiglia rivestì un ruolo molto autoritario: fu un padre durissimo. Il suo metodo educativo era espresso bene da una frase che lui stesso era solito ripetere: "mio padre aveva paura di sua madre, io avevo paura di mio padre  e farò di tutto affinché i miei figli abbiano una dannata paura di me". L'umiliazione era il.metodo usato da Giorgio V nei confronti dei suoi figli e non solo con il futuro Giorgio VI, balbuziente spesso vessato dal padre perché incapace di 'parlare al suo popolo', ma anche nei confronti di David, il primogenito che, continuamente braccato dal padre scelse di abdicare rinunciando alla carica di re.

ELIZABETH E MYRTLE

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In che cosa potrebbero somigliarsi la moglie di un principe ereditario, poi re, e la moglie di un sedicente logopedista neppure laureato?
Beh, fatta eccezione per il fatto che queste due donne sono entrambe mogli e madri, sembra che non esista nessun altro punto in comune fra loro. Esse sono irrimediabilmente diverse per ceto, censo, cultura e storia personale. . 
E queste cose, nel nostro mondo, in ogni mondo, generano enormi differenze.
Eppure...
Entrambe lottano. Come tigri per procurarsi il cibo, come leonesse per difendere i cuccioli, come aquile per proteggere il nido.
Dietro ad ogni grande uomo, si è detto, c'è sempre una grande donna. 
Sbagliato! 
La donna  non sta dietro, ma accanto. Spesso davanti. Per far scudo con il suo corpo, per indicare la rotta nel mare in tempesta, per proporre.
Perché lo fa?
Perché La moglie di un logopedista e una regina dovrebbero entrambe comportarsi in questo modo?. 
Un'unica risposta.
Per amore.

ELIZABETH II

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Elizabeth II all'epoca dei fatti narrati ha circa 10 anni. Col padre, Re Giorgio VI, ha un rapporto profondo fatto di amore e complicità. I suoi occhi assisteranno ad eventi troppo grandi e poco comprensibili per una bambina, ma l'esempio del padre (che accetta suo malgrado un destino "imprevisto") contribuirà a fare di lei una giovane donna pronta ad assumersi la guida del Regno d'Inghilterra quando il padre morirà prematuramente. Il suo racconto metterà in luce i pregi del padre e parlerà dei suoi difetti con l'indulgenza che solo chi ama profondamente può fare.

ANTHONY LOGUE

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Un ragazzo poco più che quattordicenne non può capire tutto quello che gli accade intorno, ma i suoi occhi, il suo cuore, la sua pelle assorbono e catturano tutto.  Passati circa 30 anni, Antony, ormai adulto,  ha la possibilità di ripercorrere la sua vita di bambino accanto al padre divertente e appassionato. Ricorda la loro comune passione per il teatro e la dedizione che il padre metteva nel suo lavoro. Ricorda il re e sua moglie a casa loro e la guerra che incombeva. Ricorda il mondo di relazioni umane e di affetti che quotidianamente  si intreccaivano sotto i suoi occhi. Nel suo ricordo Anthony vive la sua vita con la stessa  ironia e leggerezza respirata fin da piccolo in casa Logue....e I suoi occhi brillano come allora.